La paura di aver paura
Sto definendo il mio progetto lavorativo da Coach professionista e la mia tutor mi ha dato dei compiti da svolgere. Ma io ho paura, non mi sento abbastanza e mi chiedo cento volte al giorno quale via di fuga percorrere per uscire da questo pasticcio in cui mi sono cacciata.

E già lo so che domani Micaela mi dirà quanto sono scema e quanto tempo le sto facendo perdere a ripetermi sempre le stesse cose.
Qui non si tratta di procrastinazione ma di una folle, consapevole paura di aprire quella porta sul mondo e trovarmi di fronte il cielo e sotto il vuoto… [showhide type=”post” more_text=”Mostra altro…” less_text=”Mostra meno…”]L’immenso vuoto dove la caduta libera ti fa arrivare le viscere in gola, dove il battito del cuore lo senti nelle tempie, dove le braccia ti tremano e le gambe non ti appartengono più. Ho reso l’idea???
Ma diamine che sarà mai decidere perché vuoi o forse devi aprire un blog, una pagina facebook, un sito internet? In fondo devi solo capire a chi vuoi rivolgerti scrivendo di te e della tua storia, di come sei arrivata al coaching e di come hai deciso di farne una professione.
In fondo devi chiarirti se il tuo pubblico sarà di genitori con figli difficili, sarà di persone che vogliono riprendere in mano la loro vita, sarà di insegnanti che arrancano a esprimere nella loro professione il compito e il potere educativo affidatogli…
Si, ma qui il problema è che non posso e non voglio essere presuntuosa. Mi guardo allo specchio e mi chiedo chi sono io per pensare di poter dispensare strumenti utili a rendere la quotidianità felicemente più sostenibile? Io sono solo una donna, madre di un ragazzino con disabilità, che ha avuto la fortuna di leggere il suo presente come una scoperta e il suo futuro come un’opportunità di crescita e formazione continua, si vabbè ma ne conosco a decine di persone con i coxxni quadri che affrontano la vita di petto.
[/showhide] E’ vero forse non sono nessuno, o forse è vero sono qualcuno che ha deciso di imparare da chi è più bravo e di insegnare a chi sarà più bravo domani, delle strategie che nutrono il cambiamento personale, l’autostima, la consapevolezza di sé e della propria missione terrena.

Forse devo rileggere la mia vision, rivedere la mia vision board e cercare per un momento di non rimettere tutto in discussione, ma provare ad aprire quella porta, a fare un passo in quel vuoto che mi affascina e mi spaventa, ad accogliere l’invito letto su un libro: “salta e la rete apparirà!”